Star Trek Discovery – Recensione 2×14 – Such a Sweet Sorrow

Eccoci dunque giunti al capolinea di questa seconda stagione di Discovery. Meglio o peggio della prima? Difficile rispondere ma ci proviamo.

Discovery porta a conclusione il ciclo dell’Angelo Rosso.

Alle radici stesse del problema Discovery.

Questa seconda stagione doveva dare delle risposte su molti fronti. Perché non si parla nemmeno per errore della Discovery, perché il motore a spore sparisce senza lasciare traccia e per quale motivo di Burnham, Spock non fa mai menzione.

La risposta o meglio le risposte le trovate tutte negli ultimi minuti del finale di stagione. Ad essere proprio del tutto onesti trovo la cosa abbastanza debole, nel senso che durante lo svolgersi delle varie serie, i protocolli, le direttive etc. sono stati aggirati, disattesi, ignorati e con pene ben più gravi di quelli di tradimento.

Discovery
Discovery: Pike è forse una delle sorprese più positive di questa stagione.

Pur accettando come definitivo l’addio della Discovery dalla linea temporale che ci porterà fra qualche anno alla Enterprise, resta da capire per quale motivo i Klingon o gli stessi Kelpiani siano tenuti alla stessa regola visto che non fanno parte della Federazione.

Inoltre fra qualche tempo L’rell dovrà scomparire per dare spazio a Klingon più cattivi e meno propensi ad accorrere in aiuto delle astronavi della Federazione e quindi mi risulta difficile pensare che il segreto della Discovery possa restare tale.

Discovery
Un team affiatato pronto ad affrontare tutto.

Sicuramente la strada per sganciare Discovery dalla realtà Enterprise, se vogliamo chiamarla così, era una scelta quasi obbligata e quella di un viaggio nel tempo era una delle opzioni valide, così come lo sarebbe stato un cambio dimensionale, un’anomalia nel mondo mirror etc.

Si è optato per mandare la Discovery 950 anni avanti, un futuro intonso, da esplorare liberamente e senza vincoli che non siano quelli basilari ed ispiratori del mondo Star Trek: Esplorare nuovi mondi là dove nessuno era giunto prima, con la variante non di poca importanza di essere nel 3207, un’epoca lontana persino dalla Relativity, la nave del XXIX secolo con cui la Voyager avrà a che fare nella stagione 5.

Cosa sappiamo della futura ambientazione di Discovery?

Domanda lecita. Dunque sappiamo che è l’epoca scelta dalla madre di Burnham per non essere seguita da Controllo, un futuro in cui la tecnologia della terribile macchina non poteva nulla, ma pur sempre nella stessa galassia e probabilmente con le stesse razze con cui aver a che fare.

Ci sarà ancora la Federazione? Siamo tanti secoli avanti e quindi può esserci tutto e il contrario di tutto: Quello che resta certo è che Kurtzman e soci ora hanno un foglio bianco enorme dove scatenarsi e questa credo sia la cosa più positiva che possiamo riscontrare.

La tuta temporale sarà utilizzata ancora per saltuari viaggi nel tempo?

Un club esclusivo per una serie differente.

Come tutti sanno, Kurtzman è uomo molto vicino a JJ Abrams e fa dunque parte di quel club che ha in Abrams stesso, la punta di diamante, un club che ci ha regalato serie come Heroes, Fringe, Sleepy Hollow, Alias, Lost, Felicity, giusto per citarne qualcuna.

Al momento la fantascienza cinematografica di punta, incluso l’universo Star Trek è in mano a loro. Infatti Abrams ha preso in mano le redini anni fa, del franchise Paramount e anche di Star Wars, l’altra serie cinematografica iconica e perfettamente riconoscibile.

Numero Uno. Discovery ha raggiunto il limite massimo di vicinanza con la serie classica?

Ci si domanda a questo punto se Kurtzman abbia alla fine staccato Discovery da qualcosa che la logica dei tempi avrebbe finito per accostare al restart cinematografico, per evitare in qualsiasi modo che il progetto subisse influenze da esso.

Sappiamo che Discovery è partito con grosse problematiche produttive. Fuller, che aveva dato la sua impronta alla serie, aveva lasciato per motivi economici e di progetto, la sua creatura e alla fine Kurtzman è stato coinvolto più direttamente nel progetto anche grazie al successo, forse oltre le aspettative che Discovery ha avuto nel mondo.

Discovery
In Discovery muoiono anche gli ammiragli.

Era quasi naturale che la stagione 2, doveva staccare Discovery dall’idea di Fuller, per abbracciare quella di Kurtzman e compagnia e la differenza si è vista con una maggiore invadenza e contaminazione con la serie classica e l’introduzione di storie singole all’interno sempre e comunque di una storyline verticale ben strutturata.

Personalmente, questa struttura mi ha ricordato Fringe, dove ogni episodio conteneva una trama verticale e uno sviluppo orizzontale, uno stile che si è ben adattato a Discovery, permettendo nel contempo una più profonda empatia con tutti i personaggi principali della serie.

Conclusioni sull’episodio e sulla stagione 2 di Discovery.

L’episodio finale ci ha mostrato una galassia che ha respintoi il pericolo rappresentato da Controllo e tagliato la testa a ogni illazione che collegava tutto questo con fantasiosi accostamenti ai Borg o ad altre situazioni che sarebbero state protagoniste di altre produzioni Star Trek.

Controllo muore sulla Discovery e se anche ci fosse una possibilità che torni, sarebbe in ogni caso 950 anni nel futuro, dove pare che l’astronave sotto il comando del Kelpiano Saru, resterà a lungo.

Il mio personaggio preferito, il capitano Georgiou.

Il personaggio che mi ha sorpreso è stata la Georgiou. Michelle Yeoh ha dato grande animo a questo ruolo a cui è stata affidata molto della parte ambigua della serie.

Ogni episodio ci si aspettava un suo voltafaccia, un suo tradimento e per qualche tempo anche io ho pensato che Controllo potesse trovare in lei terreno fertile per crescere data la scarsa vicinanza con un universo non suo.

Rivedremo i Klingon anche fra 950 anni?

La delusione, se vogliamo chiamarla così è stata proprio Burnham. Mi aspettavo una certa crescita del personaggio, una maturazione che l’esperienze passate dovevano apportare e che invece si sono dimostrate poca cosa.

Avergli affiancato un personaggio come Spock ha alla fine, tolto luce a Burnham che in molti episodi è sembrata più una comprimaria che la protagonista.

Se a questo aggiungiamo un Pike, asso pigliatutto, un Saru sganciato dalle sue paure e una Tilly sempre strabordante, capiamo come Burnham della stagione 2, abbia subito una involuzione dettata proprio dalla crescita del team di personaggi.

Spock continua la sua strada verso la serie classica.

Chiudo con 2 parole legate alla telenovela Anche gli Stamets piangono e dico solo che mi fa piacere che Culber abbia compreso il grande amore che li lega e mi preparo a vedere gli sviluppi che questa storia avrà nella stagione 3, una stagione in cui tutto l’equipaggio dovrà ripartire da zero.

Passo e chiudo.

About Michele Li Noce

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa. Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak. Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita. Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time. Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

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One comment

  1. quindi la prossima stagione cosa vedremo solo la discovery del futuro? e se e’ cosi’ perche’ inserire enterprise forse per una nuova serie a essa dedicata?

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